Come sostenere la formazione professionale attraverso le risorse del Recovery fund? La rivista Aggiornamenti Sociali dà spazio al Piano per la competitività e l’occupazione giovanile di Forma perché ritiene, come scrive nella presentazione del n.11 di novembre 2020 che è “un progetto che può favorire l’occupazione giovanile e l’economia”.
Riportiamo alcuni stralci dell’articolo a firma della presidente Paola Vacchina, che potete leggere sul nuovo numero della rivista (Novembre 2020) o a questo link.
“La crisi generata dalla pandemia aggrava una condizione che già vedeva i giovani italiani penalizzati rispetto ai coetanei degli altri Paesi OCSE. È indispensabile individuare una strategia a livello sistemico per evitare che sempre più persone vengano relegate ai margini della società, mentre, paradossalmente, restano scoperti posti di lavoro disponibili. In un contesto europeo caratterizzato da un rinnovato interesse per le giovani generazioni e dallo stanziamento di ingenti risorse, Forma propone un “Piano straordinario per la competitività e l’occupazione”, che punta a raggiungere 330mila persone.”
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“Per quanto riguarda l’Italia, la crisi generata dalla pandemia va ad aggiungersi a una serie di ritardi storici nell’ambito della formazione, che già indebolivano il nostro sistema produttivo.”
“Il primo è senz’altro la bassa percentuale di persone in possesso di un titolo di scuola secondaria superiore o di grado più elevato. Ad esempio, nel 2019 la quota di persone tra i 25 e i 64 anni in possesso almeno di un titolo di studio secondario superiore era pari al 62,2%, contro una media UE del 78,7%. Il ritardo è ancora maggiore nei confronti di Paesi come Germania (86,6%), Francia (80,4%) e Regno Unito (81,1%). Per quanto riguarda i titoli di studio di livello terziario, in Italia solamente due persone su 10 (circa il 19,6%) ne sono in possesso, contro la quota europea di circa un terzo.”
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“Il Piano si focalizza sulla formazione in apprendistato, che consente di conseguire quei titoli e maturare quelle competenze che sono maggiormente richieste, e spesso non reperite, nel mercato del lavoro attuale e futuro richieste, e spesso non reperite, nel mercato del lavoro attuale e futuro. Gli obiettivi strategici di fondo sono sostanzialmente due: da un lato, consolidare il potenziale lavorativo delle persone, costruendo e rafforzando le competenze di 330mila persone attualmente disoccupate o inoccupate, a partire dai giovani; dall’altro, sostenere il rilancio delle imprese, consentendo loro di disporre di un maggior numero di lavoratori adeguatamente qualificati, di cui si accompagna l’avviamento al lavoro.”
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“La proposta è modulata in tre specifiche azioni, tutte incentrate sul contratto di apprendistato, ma distinte a seconda delle platee di riferimento, in modo da offrire risposte più aderenti alle diverse esigenze, individuando anche alcune semplici revisioni normative necessarie per la loro attuazione. In particolare, i tre gruppi individuati come destinatari degli interventi sono i giovani disoccupati, i NEET e gli adulti privi di titolo di studio”.
“I giovani disoccupati senza titolo di scuola secondaria sono persone tra i 18 e i 24 anni di età, che hanno abbandonato prematuramente gli studi (early school leavers). Si tratta di una platea di 258mila persone, di cui 134mila disoccupati e 124mila scoraggiati che sarebbero disponibili a lavorare ma non ricercano attivamente un’occupazione. Per loro è previsto l’accesso in apprendistato formativo all’ultimo anno dei percorsi triennali di IeFP (Istruzione e formazione professionale) per il conseguimento della qualifica professionale, o al quarto per il conseguimento del diploma professionale, in relazione alle competenze possedute”.
“I giovani NEET con diploma di istruzione secondaria di età inferiore a 30 anni costituiscono oggi una platea di 714mila persone, che comprende sia disoccupati in senso stretto, sia giovani scoraggiati che sarebbero disponibili a lavorare ma che non ricercano attivamente un’occupazione. Per loro si prevede l’accesso a percorsi di apprendistato duale di terzo livello per il conseguimento di un diploma ITS (Istruzione tecnica superiore) quale ulteriore titolo di specializzazione”.
“Per 100mila adulti privi di titolo, su un totale di 847 mila, considerati un segmento vulnerabile della popolazione, che necessita di interventi volti sia al conseguimento del titolo stesso, sia all’avvicinamento al mercato del lavoro, si prevede un anno di contratto di apprendistato formativo”.
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