“Il sistema della formazione professionale e degli ITS merita la massima attenzione. In Italia non c’è abbastanza consapevolezza né si investe a sufficienza in questo settore. Inostri enti, che sono in grave difficoltà per la pandemia, svolgono un ruolo sociale ed economico strategico nei diversi territori in cui operano. Occorre dare attuazione alle indicazioni contenute nel piano-Colao dove si dice espressamente di ‘Promuovere lo sviluppo di progetti di qualificazione professionale ‘di filiera’ pubblico-privato, basati su alleanze tra agenzie formative, istituti tecnici, università ed imprese’. Confidiamo molto nella sensibilità del Governo in sede di conversione in legge sul decreto-Rilancio”.
Ad affermarlo è Paola Vacchina, presidente nazionale di Forma, l’associazione degli enti nazionali di formazione professionale, e consigliera del CNEL.
“L’associazione FORMA, nata nel 1999 su indicazione della Cei e promossa da Acli, Cisl, Cif, Coldiretti, Confap, Compagnia delle Opere, Confcooperative e Mcl, cura la formazione di decine di migliaia di giovani – aggiunge Vacchina – L’Istruzione e Formazione Professionale (IeFP), erede della formazione che sin dalla fine dell’Ottocento, ha sempre rappresentato uno dei punti di forza dell’economia italiana e deve essere sviluppata e portata ai livelli dei Paesi europei più avanzati”.
“Il 69% dei diplomati IeFP, che è ordinamentale e complementare alla scuola secondaria di secondo grado, risulta occupato dopo il titolo anche grazie allo stretto rapporto tra gli enti di formazione e il sistema delle imprese. Ancora migliori i risultati degli ITS che si rivolgono a ragazzi più grandi e rappresentano la formazione terziaria non accademica del nostro Paese, assolutamente sottodimensionata”, conclude.
ROMA, 16 GIUGNO 2020
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